Glossario OPIB

 

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(Sezione in fase di aggiornamento)

A

Accessibilità

Proprietà di un sistema informatico (software, sito web, etc.) di essere fruibile da una gamma molto ampia di utenti, tra cui le persone disabili e le persone che navigano con dispositivi non standard. Un sito web accessibile è un sito il cui contenuto informativo multimediale e le cui procedure di interazione e navigazione siano fruibili anche dalle categorie “deboli”, che potrebbero trarre grande vantaggio dall’utilizzo delle nuove tecnologie, ma che spesso si scontrano con un nuovo tipo di barriere, le “barriere tecnologiche”.

Adesione di un nuovo stato all'unione

L'adesione di nuovi stati membri all'Unione europea è prevista dall'articolo 49 (ex articolo o) del trattato sull'Unione europea. Per avviare i negoziati, il Consiglio si pronuncia all'unanimità, previa consultazione e previo parere conforme del parlamento europeo. Le condizioni per l'ammissione, gli eventuali periodi transitori e gli adeguamenti dei trattati sui quali è fondata l'unione formano l'oggetto di un accordo tra gli stati membri e lo stato candidato. Per l'entrare in vigore, l'accordo necessita la ratifica di tutti gli stati contraenti secondo le rispettive norme costituzionali.

Agenda 2000

L'Agenda 2000 è un programma d'azione adottato dalla Commissione europea in data 15 luglio 1997 per rispondere alla richiesta del Consiglio europeo di Madrid (dicembre 1995) di presentare sia un documento d'insieme sull'allargamento e sulla riforma delle politiche comuni, sia un documento sul futuro contesto finanziario dell'Unione a decorrere dal 31 dicembre 1999. Al documento è anche allegato il parere della commissione sulle candidature di adesione con riguardo all'insieme delle questioni che l'unione dovrà affrontare agli inizi del XXI secolo. L'Agenda 2000 è articolata in tre sezioni:

  • la prima affronta la questione del funzionamento dell'unione europea, in particolare la riforma della politica agricola comune e della politica di coesione economica e sociale. contiene inoltre raccomandazioni per far fronte alla sfida dell'allargamento nelle migliori condizioni e propone di porre in essere un nuovo assetto finanziario per il periodo 2000-2006;
  • la seconda propone una strategia di preadesione rafforzata, integrandovi due nuovi elementi: la partnership per l'adesione e la più ampia partecipazione dei paesi candidati a programmi comunitari ed ai meccanismi di applicazione dell'"acquis" comunitario;
  • la terza prevede uno studio di impatto sugli effetti che l'allargamento avrà sulle politiche dell'unione europea.

In queste tre aree la commissione ha presentato una ventina di proposte legislative nel 1998. Nel marzo 1999 il Consiglio europeo di Berlino è pervenuto ad un accordo politico globale su questo pacchetto di proposte, il che ha consentito la loro integrale adozione entro la fine dell'anno. queste misure, la cui validità si estende dal 2000 al 2006, riguardano quattro settori strettamente connessi:

  • riforma della politica agricola comune;
  • riforma della politica strutturale;
  • strumenti di preadesione;
  • quadro finanziario.

Allargamento

Con questo termine si designano le quattro nuove adesioni che si sono succedute nella storia della comunità europea, con il risultato che nove paesi si sono finora aggiunti ai sei paesi fondatori che sono la Germania, il Belgio, la Francia, l'Italia, il Lussemburgo e i paesi bassi. Le date dei suddetti ampliamenti sono le seguenti:

  • 1973: Danimarca, Irlanda e Regno Unito;
  • 1981: Grecia;
  • 1986: Spagna e Portogallo;
  • 1995: Austria, Finlandia e Svezia.

Di fronte al numero sempre più crescente di candidati all'adesione, il concetto di allargamento è venuto oggi ad assumere un significato del tutto particolare, stante la convinzione che, senza una riforma delle istituzioni e di alcune politiche dell'Unione europea, il sistema scaturito dal trattato di Roma non potrà più funzionare efficacemente in un'unione composta da 25 a 30 membri. Di conseguenza, si è aperto un dibattito intorno ai termini "allargamento" e "approfondimento". Per alcuni, l'allargamento non è pensabile senza una profonda riforma delle istituzioni e del funzionamento dell'unione. Con l'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, è stato allegato al trattato sull'Unione europea un protocollo riguardante le istituzioni. In esso si stabilisce che almeno un anno prima che l'Unione conti oltre 20 membri, sarà convocata una nuova Conferenza Intergovernativa nell'intento di risolvere i problemi istituzionali legati all'allargamento, in particolare la ponderazione dei voti e la composizione della Commissione. Si sottolinea anche che, ai fini del buon funzionamento delle istituzioni nell'Europa ampliata, è essenziale che venga ulteriormente ampliato il campo di applicazione del voto a maggioranza qualificata (cfr. In merito la dichiarazione congiunta del Belgio, della Francia e dell'Italia, allegata all'atto finale della conferenza intergovernativa). Il 15 luglio 1997 la Commissione europea ha adottato il documento "Agenda 2000", che è strettamente legato all'allargamento e che affronta l'insieme delle questioni che si porranno all'unione europea agli inizi del XXI secolo.

Azione chiave

Un gruppo (cluster) di progetti, di piccole e grandi dimensioni, relativi alla ricerca applicata, sia di base, sia generica, con un obiettivo europeo (anche se spesso non esclusivamente europeo). Le azioni chiave racchiudono le risorse e le competenze dell'insieme di discipline, tecnologie e risorse umane pertinenti in merito a problemi socioeconomici ben definiti.

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B

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C

Candidature di esperti (inviti a)

Inviti aperti per esprimere la propria competenza in un determinato settore.

Carta dei diritti fondamentali

A seguito del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, celebrato nel dicembre 1998, il Consiglio europeo di Colonia (3-4 giugno 1999) decise di avviare i lavori per la redazione di una Carta dei diritti fondamentali. Si voleva in tal modo raccogliere in un unico testo i diritti fondamentali in vigore a livello dell'unione, in modo da conferire loro maggiore visibilità. La Carta si basa sui trattati comunitari, sulle convenzioni internazionali, tra cui la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950 e la Carta sociale europea del 1989, sulle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri, nonché sulle varie dichiarazioni del Parlamento europeo. L'elaborazione venne affidata ad una speciale assemblea - che decise di darsi il nome di Convenzione - composta da 62 membri, tra cui i rappresentanti dei governi degli Stati membri, del presidente della Commissione europea, del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali. Poterono assistere ai lavori anche quattro osservatori in rappresentanza della Corte di giustizia delle Comunità europee (CGCE), del Consiglio d'Europa e della Corte europea dei diritti dell'uomo. La composizione, le modalità pratiche e il metodo di lavoro della Convenzione vennero decisi in occasione del Consiglio europeo di Tampere (15-16 ottobre 1999). I lavori ebbero inizio il 17 dicembre 1999. Il Comitato economico e sociale, il Comitato delle Regioni, il mediatore europeo, i paesi candidati all'adesione nonché tutte le altre istanze, gruppi sociali o esperti, furono invitati a contribuire alle deliberazioni. L'obiettivo era giungere ad un consenso. Il risultato dei lavori venne presentato in occasione del Consiglio europeo di Biarritz (13-14 ottobre 2000). Con i suoi 54 articoli raccolti in sette Capi, la Carta sancisce i diritti fondamentali in materia di dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. La Carta venne solennemente proclamata in occasione del Consiglio europeo di Nizza (7-10 dicembre 2000). La Conferenza intergovernativa (CIG), conclusasi in occasione dello stesso Consiglio europeo, non riuscì a raggiungere un accordo sull'integrazione della Carta nei trattati, in modo da renderla giuridicamente vincolante. La Corte di giustizia delle Comunità europee ha tuttavia dichiarato di volersi basare sulla Carta come guida nella stesura delle sue sentenze. Il Consiglio europeo di Laeken ha dato mandato alla Convenzione europea di studiare la possibilità di un'integrazione della Carta nei trattati esistenti.

COM (Documenti)

Documenti della Commissione e documenti del Segretariato generale (riconoscibili dalle abbreviazioni COM e SEC) che la Commissione invia al Consiglio e ad altri organismi comunitari nell'ambito del processo decisionale e legislativo dell'unione. Tali documenti sono redatti sotto forma di comunicazioni scritte o di proposte legislative

Commissione europea

La Commissione europea è l'istituzione che ha poteri di iniziativa, di esecuzione, di gestione e di controllo. In quanto custode dei trattati, essa incarna l'interesse comunitario. Composta da un collegio di 20 membri indipendenti (2 membri per la Germania, la Spagna, la Francia, l'Italia e il Regno Unito, e da un membro per ciascuno degli altri paesi), essa è nominata, di comune accordo, dai governi degli Stati membri, ed è soggetta al voto di investitura del Parlamento europeo, dinanzi al quale è anche responsabile. Il mandato della Commissione è di 5 anni. Il collegio dei commissari è assistito da un'amministrazione composta da direzioni generali e da servizi specializzati, i cui organici sono ripartiti principalmente tra Bruxelles e Lussemburgo. Nell'adottare il trattato di Amsterdam, la Conferenza intergovernativa ha preso atto del fatto che, prima che venga insediata la prossima Commissione nell'anno 2000, l'attuale Commissione intende, da un lato, preparare la riorganizzazione dei compiti all'interno del Collegio dei commissari e, dall'altro, intraprendere parallelamente un'adeguata riorganizzazione dei propri servizi. Il 15 luglio 1997 la Commissione europea ha affrontato, nel contesto dell'agenda 2000, la questione della riforma del proprio funzionamento. L'Agenda 2000 rinvia al vasto programma di riforme già in via di realizzazione sulla base delle iniziative SEM 2000 ("gestione sana ed efficace") e MAP 2000 ("ammodernamento dell'amministrazione e del personale") e sottolinea che la Commissione deve ridefinire e raggruppare i propri compiti tenendo conto delle esigenze del XXI secolo.

Conferenza europea

La Conferenza europea è destinata ad accompagnare l'allargamento nel corso dei prossimi anni, riunendo gli Stati membri dell'unione europea e gli Stati europei che potrebbero aderire all'unione. Costituisce la sede multilaterale per consultazioni politiche su questioni d'interesse generale come:

  • La politica estera e di sicurezza comune;
  • La giustizia e gli affari interni;
  • I settori economici e quelli che rientrano nella cooperazione regionale.

Lanciata dal Consiglio europeo di Lussemburgo del dicembre 1997 dietro iniziativa della Francia presentata nell'ottobre 1997, la Conferenza si riunisce una volta all'anno a livello di capi di Stato o di governo e del presidente della Commissione e, inoltre, sempre una volta all'anno, a livello dei ministri degli affari esteri. La precedenza è esercitata dallo Stato membro che presiede il Consiglio dell'unione europea. La Conferenza si è riunita per la prima volta a Londra in data 12 marzo 1998 ed ha deciso in particolare di costituire un gruppo comune di esperti col compito di riferire in merito ai crescenti problemi che la criminalità organizzata pone alle imprese europee, soprattutto nei paesi dell'est. La prima riunione a livello ministeriale ha avuto luogo il 6 ottobre 1998 a Lussemburgo.

Conferenza intergovernativa (CIG)

Col termine di Conferenza intergovernativa si indica un negoziato condotto tra i governi degli Stati membri in esito al quale i trattati possono essere modificati. L'importanza della Conferenza è fondamentale a livello dell'integrazione europea in quanto i cambiamenti nella struttura istituzionale e giuridica - o semplicemente nel contenuto dei trattati - sono stati sempre il risultato di conferenze intergovernative (es.: Atto unico europeo e Trattato sull'unione europea). Nella storia della Comunità si contano cinque conferenze, di cui tre a partire dal 1985. Quella del 1996 è la sesta: essa ha tenuto riunioni regolari, in linea di massima una volta al mese, a livello dei ministri degli affari esteri. Lanciata il 29 marzo 1996, è stata portata a termine col Consiglio europeo di Amsterdam (17 giugno 1997), che ha adottato il trattato di Amsterdam. I lavori erano stati preparati da un gruppo composto da un rappresentante di ciascun ministro degli Affari esteri degli Stati membri e dal Commissario incaricato delle questioni istituzionali. All'organizzazione pratica dei lavori provvede il Segretariato generale del Consiglio. Nel corso dei lavori della Conferenza il Parlamento europeo è stato regolarmente informato in merito allo stato di avanzamento dei lavori e, quando l'ha ritenuto opportuno, ha potuto esprimere il proprio punto di vista su tutte le questioni dibattute. In considerazione del fatto che il trattato di Amsterdam non ha introdotto tutte le riforme istituzionali necessarie a garantire che le istituzioni funzionino con la dovuta efficacia dopo l'allargamento, il Consiglio europeo di Colonia del giugno 1999, ha previsto di convocare una settima CIG per l'anno 2000 la quale dovrà pervenire entro la fine dell'anno ad un accordo sulle seguenti questioni: dimensioni e composizione della Commissione europea, ponderazione dei voti in seno al Consiglio dell'ue, eventuale estensione del voto a maggioranza qualificata ad altre materie. Merita sottolineare che i negoziati per l'adesione di nuovi Stati membri all'unione europea assumono la forma di conferenze intergovernative bilaterali tra l'Unione europea e ciascuno degli Stati candidati. Le conferenze intergovernative sull'adesione dell'estonia, dell'ungheria, della Polonia, della Repubblica ceca, della Slovenia e di Cipro sono state aperte solennemente il 30 marzo 1998, mentre la prima riunione a livello ministeriale ha avuto luogo il 10 novembre 1998.

Conferenza intergovernativa bilaterale (UE-Paesi candidati)

I negoziati per l'adesione di nuovi Stati membri all'unione europea assumono la forma di conferenze intergovernative bilaterali tra l'Unione europea e ciascuno degli Stati candidati. Le conferenze intergovernative sull'adesione dell'estonia, dell'ungheria, della Polonia, della Repubblica ceca, della Slovenia e di Cipro sono state aperte solennemente il 30 marzo 1998, mentre la prima riunione a livello ministeriale ha avuto luogo il 10 novembre 1998. Le conferenze intergovernative bilaterali sull'adesione della Romania, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Bulgaria e Malta sono iniziate il 15 febbraio 2000.

Consiglio dell'unione europea

Il Consiglio dell'unione (Consiglio dei ministri o Consiglio) è la principale istituzione dell'unione avente poteri decisionali. È costituito dai ministri dei 15 Stati membri, responsabili della materia iscritta all'ordine del giorno: affari esteri, agricoltura, industria, trasporti, ecc. Tuttavia, merita ricordare che l'esistenza di diverse formazioni ministeriali a seconda delle questioni trattate non rimette in discussione il principio dell'unicità della rappresentanza di questa istituzione. La presidenza è esercitata a turno da ciascun membro del Consiglio per una durata di sei mesi. Le decisioni sono preparate dal Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri (Coreper), coadiuvato da gruppi di lavoro composti di funzionari delle amministrazioni nazionali. Il Consiglio è assistito da un Segretariato generale. Nell'ambito del primo pilastro le decisioni del Consiglio sono adottate su proposta della Commissione. Dall'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, il segretario generale ha il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. A tal fine è assistito da un segretario generale aggiunto, nominato all'unanimità dal Consiglio ed incaricato della gestione del segretariato generale dello stesso. Inoltre, in sede di Consiglio, il voto a maggioranza qualificata è oramai applicabile alla maggior parte delle nuove disposizioni (misure di incentivazione in materia sociale ed occupazionale, sanità pubblica, provvedimenti antifrodi), nonché per l'adozione di programmi-quadro in materia di ricerca. Secondo alcuni, il ricorso alla maggioranza qualificata avrebbe dovuto essere più vasto al fine di evitare il rischio di "impasse", il quale è sempre presente allorché le decisioni debbano essere prese all'unanimità. Nella prospettiva dell'allargamento dell'unione europea, il Belgio, la Francia e l'Italia, ritenendo che l'ulteriore estensione del voto a maggioranza qualificata sia d'importanza fondamentale, hanno chiesto che una dichiarazione in merito venisse allegata all'atto finale della Conferenza intergovernativa. Il dibattito sarà comunque rilanciato nel corso di una nuova conferenza antigovernativa che sarà convocata almeno un anno prima che l'Unione europea conti oltre 20 membri. L'obiettivo è di rivedere interamente la composizione ed il funzionamento delle istituzioni.

Consiglio europeo

Il Consiglio europeo è costituito dai Capi di Stato o di governo degli Stati membri dell'unione, che tengono riunioni regolari. Istituito col comunicato finale del vertice di Parigi del dicembre 1974, esso si è riunito per la prima volta nel 1975 (10/11.03.1975, Dublino). Esso si è sostituito alla prassi delle conferenze europee al vertice, che hanno caratterizzato il periodo 1961-1974. L'esistenza del Consiglio è stata giuridicamente consacrata dall'atto unico europeo ed è ufficializzata dal Trattato sull'unione europea. È convocato almeno due volte all'anno e conta tra i suoi membri il presidente della Commissione europea, in quanto membro di diritto. Il suo compito è di stabilire gli orientamenti politici generali e d'imprimere all'unione europea l'impulso necessario al suo ulteriore sviluppo.

Convenzione (Titolo VI del TUE)

La cooperazione nel settore giustizia e affari interni (o Titolo VI del trattato sull'unione europea) è stata instaurata dal trattato di Maastricht nel 1993, il quale aveva previsto degli strumenti specifici, tra cui la convenzione. Dall'entrata in vigore del trattato di Amsterdam tale strumento può essere utilizzato unicamente per la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale ed è disciplinato da nuove regole. A norma del nuovo articolo 34 del trattato sull'unione europea, la convenzione è adottata dal Consiglio all'unanimità previa consultazione del Parlamento europeo, e quindi dagli Stati membri secondo le loro norme rispettive. Una volta adottata da almeno la metà degli Stati membri, la convenzione entra in vigore per detti Stati. La Corte di giustizia è quindi competente a pronunciarsi in via pregiudiziale sull'interpretazione di tali convenzioni e statuire su ogni controversia attinente alla loro applicazione. Dato però che il suo ruolo è subordinato all'accettazione degli Stati membri, ciascuno di essi deve indicare con una dichiarazione di accettare la competenza della Corte e designare le giurisdizioni nazionali abilitate a presentare un ricorso dinanzi ad esso.

Convenzione europea

In occasione del Consiglio europeo di Nizza, nel dicembre 2000, è stata adottata una dichiarazione sull'avvenire dell'unione, la "Dichiarazione di Nizza" che propone di continuare la riforma istituzionale al di là dei risultati ottenuti nel corso della Conferenze intergovernativa del 2000 (CIG 2000). Questa Dichiarazione prevedeva tre tappe per la riforma: l'avvio di un dibattito sull'avvenire dell'unione europea, una Convenzione sulla riforma istituzionale la cui realizzazione è stata decisa in occasione del Consiglio europeo di Laeken nel dicembre 2001 e infine la convocazione di una CIG nel 2004. Conformemente al testo della "Dichiarazione di Laeken" che ne è stata la fondatrice, questa Convezione deve esaminare quattro questioni chiave concernenti l'avvenire dell'unione: la ripartizione delle competenze, la semplificazione dei Trattati, il ruolo dei Parlamenti nazionali e lo statuto della Carta dei diritti fondamentali. La riunione inaugurale della Convenzione si è tenuta il 28 febbraio 2002 e la Dichiarazione di Laeken prevede che i lavori terminino nel marzo 2003. Il calendario dei lavori prevede tre fasi: una fase di ascolto, una fase di analisi e una fase di redazione. Al termine di quest'ultima verrà stabilito un testo unico avente qualità costituzionale. Esso potrà comprendere diverse opzioni, precisando il sostegno che esse hanno ricevuto, ovvero raccomandazioni in caso di consenso. Tale documento servirà da punto di partenza per i negoziati della CIG condotti dai capi di Stato o di Governo cui competono, in ultima analisi, tutte le decisioni in merito al rimaneggiamento dei Trattati. È previsto che questo progetto costituzionale sia presentato al più tardi al Consiglio europeo di Salonicco nel giugno 2003. L'attuazione di questa Convenzione costituisce un'innovazione nella misura in cui le CIG precedenti non sono mai state precedute da una fase di dibattito aperto a tutte le parti interessate. Infatti, al di là dei membri della Convenzione, anche le organizzazioni della società civile hanno la possibilità di recare il loro contributo al dibattito grazie a una tribuna interattiva, il Forum sull'avvenire dell'unione.

Cordis

Sito comunitario di informazione e servizi in materia di ricerca e sviluppo.

Consiglio (Servizio della Presidenza del Consiglio di informazione in materia di RST)

Servizio istituito dallo Stato membro che detiene la Presidenza (per 6 mesi) del Consiglio dei ministri dell'unione europea. Tale servizio evidenzia le priorità, le attività e le relative informazioni curate dalla Presidenza in materia di ricerca e innovazione.

Cultura

La cultura è entrata nel campo di azione della Comunità europea a partire dal trattato sull'unione europea. L'articolo 151 (ex articolo 28) del trattato istitutivo della Comunità europea stabilisce che la Comunità incoraggia la cooperazione culturale tra gli Stati membri e completa eventualmente le attività di questi ultimi in fatto di:

  • Diffusione della cultura e della storia dei popoli europei;
  • Salvaguardia del patrimonio culturale d'importanza europea;
  • Scambi culturali non commerciali;
  • Creazione artistica, letteraria ed audiovisiva;
  • Cooperazione coi paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti, soprattutto con il Consiglio dell'europa.

Le iniziative in questi settori sono decise dal Consiglio, che delibera all'unanimità secondo la procedura di codecisione e previa consultazione del Comitato delle regioni. Inoltre il Consiglio può adottare all'unanimità raccomandazioni, su proposta della Commissione. A partire dal 1990 sono stati già adottati diversi programmi quali Caleidoscopio (sostegno alle manifestazioni culturali europee e alla creazione artistica); Arianna (sostegno al libro e alla cultura); Raffaello (per il restauro e la valorizzazione del patrimonio). Inoltre la Comunità sostiene l'iniziativa degli Stati membri, che designano annualmente, a partire dal 1985, una "città europea della cultura". Al fine di imprimere maggiore coerenza alle iniziative condotte dalla Comunità, la Commissione ha venga adottato un programma quadro dal titolo "Cultura 2000" per il periodo 2000-2004.

Cultura 2000 (Programma)

Cultura 2000", programma comunitario di sostegno alle attività culturali e artistiche di dimensione europea per il periodo 2000-2004 sostituisce i precedenti programmi "Caleidoscopio", "Arianna" e "Raffaello" - costituisce, a decorrere dal 1.1.2000, il principale strumento operativo della Comunità europea nel campo della cultura.

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D

Diritti digitali

Norme di protezione dei diritti d'autore, o "copyright", applicata ai "prodotti elettronici" quali il software, le applicazioni multimedia, i contenuti in formato digitale, ecc.

Disabilità

Qualsiasi restrizione o impedimento nel normale svolgimento di un'attività derivante da una menomazione. Le disabilità possono essere:

  • Fisiche: che comprendono le disabilità motorie, relative al controllo dei movimenti degli arti, e sensoriali, riguardanti limitazioni della vista e dell'udito;
  • Cognitive: che vanno a limitare le funzioni intellettive. Tali limitazioni possono assumere caratteristiche diverse (disturbi della parola, del linguaggio, della coordinazione del pensiero, ecc.), tali da ridurre i livelli di comunicazione, attenzione e risposta agli stimoli esterni.

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E

e-Accessibility

Concetto che include i diritti e le opportunità dei portatori di handicap ai fini di una loro maggiore integrazione nella società e nel mondo del sapere grazie all'uso delle TIC. È stata descritta come "rampa di accesso on-line".eEurope L'iniziativa eEurope è stata varata dalla Commissione europea nel dicembre 1999 ed è stata approvata dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000. La comunicazione dal titolo "eEurope - Una società dell'informazione per tutti ", adottata in tale occasione, si inserisce nel contesto della "strategia di Lisbona", che ha l'obiettivo di fare dell'Unione europea entro il 2010 l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.

e-Content (Programma)

Il programma comunitario e-Content, (2001-2005). "Contenuti digitali europei per le reti globali" predisposto dalla Commissione Europea, è stato varato il 22 dicembre 2000. "e-Content" è inteso ad incentivare lo sviluppo e l'utilizzo dei contenuti digitali europei nelle reti globali e a promuovere la diversità linguistica nella società dell'informazione.

e-Learning

Uso di nuove tecnologie multimedia e di Internet per migliorare la qualità dell'apprendimento mediante l'accesso a risorse e servizi e a collaborazioni e interscambi a grande distanza.

eLearning (Programma)

e-Learning (2002-2004) e’ il programma comunitario per l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento agevolando l’accesso a risorse e servizi nonché gli scambi e la collaborazione a distanza. L'iniziativa eLearning aiuta a coordinare azioni comunitarie occupandosi allo stesso tempo di mobilitare le comunità educative e culturali, così come gli operatori economici e sociali in Europa.

eTEN (Programma)

eTEN (già Ten-Telecom) é il Programma della Comunità Europea, approvato nel 1997, predisposto per aiutare lo sviluppo di servizi elettronici basati su reti di telecomunicazioni (e.services) con una dimensione transeuropea. E' fortemente focalizzato sui servizi per il pubblico, particolarmente nelle aree in cui l'Europa ha un vantaggio competitivo.

Euratom

Trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica. Le attività di ricerca e di formazione nel settore nucleare vengono attuate nell'ambito della sezione "Euratom" dei programmi quadro.

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F

Fondi Strutturali

I finanziamenti comunitari, specie nel quadro dei fondi strutturali, volti a eliminare le disparità tra le diverse regioni europee, si presentano come un settore di enorme interesse per gli operatori, pubblici e privati, coinvolti a diverso titolo nelle varie fasi del ciclo del progetto.GIORNATE INFORMATIVE ("Info Day"): Sono organizzate periodicamente dalla Commissione europea, in vista di fornire informazioni ed orientamenti sui programmi specifici e sui settori di ricerca aperti dai singoli inviti a presentare proposte.

Formazione aperta e a distanza

Possibilità di effettuare l'apprendimento a distanza, fuori dalle aule e con un alto grado di autonomia, con l'aiuto di diversi sistemi, tra i quali attualmente emerge l'e-learning.

Formazione in rete

Apprendimento nel quale si utilizzano le tecnologie dell'informazione e la comunicazione (TIC) per generare collegamenti: tra un alunno ed il resto degli alunni e tutori; tra una comunità di apprendimento e le sue fonti (Jones y Steeples 2001, en "Networked Learning: Perspectives and issues").

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G

Good practice

Da alcuni anni il linguaggio comunitario ci regala l’espressione “good practice”. Concetto con cui si fa riferimento ad esperienze positive in un determinato settore/area geografica che possono essere fatte proprie, per emulazione, in altri contesti territoriali. Attraverso lo scambio delle “good practices” viene messo in atto il metodo del coordinamento aperto, strumento cardine della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione.

Guida ai proponenti

Ciascun programma specifico del 6PQ è dotato di una "Guida ai proponenti" , che descrive le priorità, le norme e le condizioni principali di partecipazione al programma specifico.

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H

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I

Inviti a presentare proposte

Nell'ambito dei programmi comunitari, vengono lanciati inviti, ad intervalli vari, in vista della presentazione di proposte per i progetti di ricerca ed altre misure volte ad attuare i programmi specifici. Tali misure, unitamente ai termini di presentazione delle proposte, sono definite nei "testi degli inviti" pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

IPR (Diritti di proprietà intellettuale)

Per i progetti cofinanziati della CE, i dirittti di proprietà intellettuale (IPR) appartengono di norma ai partecipanti ai progetti. Per i progetti o le azioni in cui la CE sostiene l'intero costo, la proprietà, in generale, appartiene alla Comunità

IPR-helpdesk

Istituito dal programma "Innovazione" in vista di tutelare i diritti di proprietà intellettuale e di assistere nelle questioni in materia di brevetti.

IST:-Information Society Technologies

"Tecnologie della Società dell’Informazione": uno dei sette settori tematici prioritari del sesto programma quadro di RST (2002-2006).

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J

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K

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L

Libri bianchi

I libri bianchi, pubblicati dalla Commissione, sono documenti che contengono proposte per azioni comunitarie in campi specifici. Spesso si riallacciano ai libri verdi il cui obiettivo è di lanciare un processo di consultazione a livello europeo. A titolo di esempio possiamo citare i libri bianchi sul perfezionamento del mercato interno, sulla crescita, la competitività e l'occupazione o sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati associati dell'Europa centrale ed orientale nei settori che interessano il mercato interno. Quando un libro bianco è accolto favorevolmente dal Consiglio, esso potrebbe sfociare su un programma d'azione dell'Unione nel settore di cui trattasi.

Libri verdi

I libri verdi, pubblicati dalla Commissione, sono dei documenti attraverso cui si vuole stimolare la riflessione e lanciare la consultazione a livello europeo su temi particolari (esempio: politica sociale, moneta unica, telecomunicazioni, ecc.). Le consultazioni effettuate attraverso un libro verde possono in seguito dare adito alla pubblicazione di un libro bianco al fine di tradurre i frutti della riflessione in concrete misure d'azione comunitaria.

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M

Manifestazioni di interesse (EOI)

Uno strumento offerto da CORDIS attraverso il servizio Partner, volto ad assistere le organizzazioni nell'individuare i partner potenziali per partecipare al sesto programma quadro. I potenziali partecipanti possono sia "manifestare il proprio interesse" per partecipare ad un programma specifico, sia effettuare la ricerca di potenziali partner nella ricca banca dati.

Misure d’accompagnamento

Azioni sostenute dai programmi quadro di RST volte a contribuire all'attuazione di un programma specifico, in vista di consentire il raggiungimento o la definizione degli obiettivi strategici propri dei programmi. Tali misure contribuiranno inoltre alla preparazione di attività future.

Multimedia

Termine che si riferisce ai differenti mezzi cui si può accedere, o che possono essere gestiti da un computer (video, suono, animazione, testo, grafici...).

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N

NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico)

L'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO, nota sotto il nome di Patto Atlantico) è stata fondata nel 1949 e ha sede a Bruxelles. Essa è composta di 16 Stati, ossia i membri dell'UE (salvo l'Austria, la Finlandia, l'Irlanda e la Svezia), il Canada, gli Stati Uniti, l'Islanda, la Norvegia e la Turchia e dal 12 marzo 1999, la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica ceca. La politica dell'Unione rispetta gli obblighi assunti da alcuni Stati membri in forza del Trattato del Nord Atlantico ed è anche compatibile con la politica comune in fatto di sicurezza e di difesa, stabilita dallo stesso trattato. La dichiarazione relativa all'Unione europea occidentale, allegata al trattato sull'Unione europea, precisa le future relazioni tra NATO ed UEO, fermo restando che quest'ultima costituisce la componente della difesa dell'Unione ed il mezzo per rafforzare il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica

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O

Open Source

Il software open source è un modello di sviluppo, diffusione e cooperazione nel campo dell’Information Tecnology. Basato sull’adozione di programmi a codice sorgente aperto, ovvero applicazioni informatiche il cui sorgente può essere liberamente studiato, copiato, modificato e ridistribuito, il modello open source ne facilita il riuso.

L’interesse rispetto al modello open source sta rapidamente crescendo, non solo perché ad esso si associa la disponibilità di prodotti software con prestazioni simili a quelle ottenibili con prodotti di mercato, ma anche consente di fatto una standardizzazione dei sistemi informatici. È in effetti un prodotto dalle caratteristiche del web, di internet, ove il concetto di libertà del navigatore è la base sulla quale poggia il successo universale della Rete.

In considerazione di tale realtà la direttiva del Ministro per l’innovazione e le tecnologie emanata il 19/12/2003 (GU n.31 del 7 febbraio 2004 - http://www.innovazione.gov.it/ita/intervento/normativa/allegati/Dir191203.pdf) in materia, include i programmi a codice aperto tra le soluzioni a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni e favorisce il riuso dei programmi informatici.

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P

Paesi candidati all'adesione

La stabilità economica e politica dell'Europa costituisce un polo di attrazione per numerosi paesi europei che possono richiedere con pieno diritto l'adesione all'Unione europea (articolo 49, ex articolo O del TUE). I paesi che hanno presentato domanda in tal senso sono:

  • Turchia: domanda di adesione presentata il 14 aprile 1987;
  • Cipro: il 3 luglio 1990;
  • Malta: il 16 luglio 1990;
  • Ungheria: il 31 marzo 1994;
  • Polonia: il 5 aprile 1994;
  • Romania: il 22 giugno 1995;
  • Slovacchia: il 27 giugno 1995;
  • Lettonia: il 13 ottobre 1995;
  • Estonia: il 24 novembre 1995;
  • Lituania: l'8 dicembre 1995;
  • Bulgaria: il 14 dicembre 1995;
  • Repubblica ceca: il 17 gennaio 1996;
  • Slovenia: il 10 giugno 1996.

Nel dicembre 1997 il Consiglio europeo di Lussemburgo ha deciso di avviare i negoziati nel 1998 con sei paesi: Cipro, Estonia, Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovenia. Sono questi i cosiddetti candidati del "primo tempo di adesione". Il secondo gruppo, che aderirà in un "secondo tempo" e costituito dalla Bulgaria, dalla Lettonia, dalla Lituania, dalla Romania e dalla Slovacchia. L'avvio dei negoziati con questi paesi dipenderà dal loro sviluppo politico ed economico. Dopo aver sospeso la sua candidatura per 2 anni, dal 1996 al 1998, Malta ha manifestato la sua intenzione di reintegrare il tavolo dei negoziati. Si attende il rapporto speciale della Commissione sui progressi compiuti dal paese per decidere se esso farà parte del primo o secondo tempo di adesione. Quanto alla Turchia, il Consiglio europeo di Lussemburgo ha concluso che le condizioni politiche ed economiche necessarie per avviare i negoziati di adesione non sussistono ancora e che, comunque, sarebbe portata avanti la strategia europea al fine di preparare la Turchia all'adesione. Una Conferenza europea riunisce ogni anno i paesi candidati del primo e del secondo tempo. Si ricorda che in passato la Svizzera, il Liechtenstein e la Norvegia avevano parimenti presentato una domanda di adesione. Tuttavia la Norvegia ha poi rifiutato tale adesione per due volte, nel 1972 e 1994 a seguito di un referendum e le candidature della Svizzera e del Liechtenstein sono state sospese a seguito del referendum del 1992 con cui la Svizzera ha deciso di non aderire allo Spazio economico europeo.

Paesi Terzi

In qualità di entità giuridica non appartenente all'UE, un paese terzo può partecipare, a seconda del progetto, ai programmi comunitari, se il progetto è conforme agli interessi comunitari, SENZA tuttavia beneficiare dei finanziamenti comunitari (eccezionalmente erogati quando vengono giustificati quali essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del progetto).

Pari opportunità

Quello delle pari opportunità è un principio generale i cui aspetti essenziali sono il divieto di discriminazione in base alla nazionalità (articolo 12, ex articolo 6 del trattato CE) e la parità delle retribuzioni tra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile (articolo 141, ex articolo 119) del trattato istitutivo della Comunità europea. Lo stesso principio trova applicazione in tutti i campi, soprattutto in quello della vita economica, sociale, culturale e familiare. Il trattato di Amsterdam ha inserito un nuovo articolo 13 al fine di rafforzare il principio di non discriminazione in stretto rapporto con le pari opportunità. Il nuovo articolo stabilisce che il Consiglio può prendere i provvedimenti necessari per combattere contro qualsiasi forma di discriminazione che sia fondata sul sesso, sulla razza o sull'origine etica, sulla religione o sulle credenze, su un handicap, sull'età o sull'orientamento sessuale.

Parlamento europeo

Il Parlamento europeo riunisce i rappresentanti dei 370 milioni di cittadini dell'Unione europea. I parlamentari sono eletti a suffragio universale diretto fin dal 1979; il loro numero è attualmente di 626, ripartiti in funzione della consistenza delle popolazioni rispettive degli Stati membri. Le principali funzioni del Parlamento europeo sono le seguenti:

  • esamina le proposte della Commissione ed è associato col Consiglio al processo legislativo secondo modalità differenti (procedura di codecisione, di cooperazione ...);
  • esercita un potere di controllo sulle attività dell'Unione attraverso l'investitura della Commissione europea (e facoltà di censurare quest'ultima), nonché attraverso interrogazioni scritte od orali che può rivolgere alla Commissione e al Consiglio;
  • condivide il potere di bilancio col Consiglio votando il bilancio annuale e controllandone l'esecuzione.

Nomina inoltre un mediatore, che ha il compito di ricevere i reclami dei cittadini dell'Unione, riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'operato delle istituzioni o degli organi comunitari. Può infine creare commissioni temporanee d'inchiesta, i cui poteri non si limitano all'attività delle istituzioni comunitarie, ma possono essere estesi anche all'operato degli Stati membri chiamati a dare concreta attuazione alle politiche comunitarie. Il trattato di Amsterdam ha semplificato le procedure legislative prevedendo una semi-soppressione della procedura di cooperazione (che continua ad applicarsi solo a pochi casi inerenti all'UEM), e un considerevole allargamento del campo di applicazione della procedura di codecisione.

Partner (ricerca di)

Un servizio gratuito offerto per assistere le organizzazioni ad individuare partner potenziali, in vista della partecipazione ai programmi dell'Unione europea.

Pilastri dell'Unione europea

Nel gergo comunitario si parla dei tre pilastri del trattato sull'Unione europea, che sono:

  • la dimensione comunitaria, che è disciplinata dalle disposizioni previste dal Trattato istitutivo della Comunità europea, la CECA e l'EURATOM: cittadinanza dell'Unione, politiche comunitarie, unione economica e monetaria, ecc. (primo pilastro);
  • la politica estera e di sicurezza comune, che è retta dal Titolo V del Trattato sull'Unione europea (secondo pilastro);
  • la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale che è contemplata dal Titolo VI del trattato sull'Unione europea (terzo pilastro).

Il trattato di Amsterdam ha trasferito una parte dei settori contemplati dall'ex terzo pilastro al primo pilastro (libera circolazione delle persone).

PMI (Piccola e Media Impresa)

Nei termini della Commissione Europea, impresa che impiega meno di 250 persone

Presidente della Commissione europea

Il trattato di Amsterdam rafforza il ruolo e la posizione del presidente della Commissione. Oramai, i governi degli Stati membri designano, di comune accordo, la persona che intendono nominare presidente della Commissione. La scelta deve essere approvata dal Parlamento europeo. In seguito, i governi degli Stati membri designano, di comune accordo con il presidente prescelto, le altre persone che intendono nominare membri della Commissione. Il nuovo presidente stabilisce gli orientamenti politici per consentire alla Commissione di assolvere ai propri compiti e decide in merito all'attribuzione delle competenze ai singoli componenti del Collegio, nonché in merito a qualsiasi modificazione delle stesse competenze, ove lo ritenga opportuno nel corso del suo mandato. Nella dichiarazione aggiunta al trattato istitutivo della Comunità europea con riguardo all'organizzazione ed al funzionamento della Commissione, si esprime l'auspicio che, per motivi di coerenza, le relazioni esterne siano poste sotto la responsabilità di un vicepresidente (attualmente le relazioni esterne sono ripartite tra cinque commissari).

Presidenza dell'Unione (rotazione della presidenza)

La presidenza dell'Unione è organizzata secondo un sistema di avvicendamento semestrale in forza del quale ciascuno Stato membro esercita la carica per un periodo di 6 mesi. L'esercizio della presidenza costituisce un dovere ed un contributo di ciascuno Stato membro al buon funzionamento delle istituzioni comunitarie. Al ritmo attuale, uno Stato membro detiene la presidenza ogni sette anni e mezzo

Progetti di dimostrazione

Progetti attuati nell'ambito dei programmi quadro di RST, volti ad affermare l'attuabilità delle nuove tecnologie le quali, pur offrendo potenziali vantaggi economici, non possono essere direttamente commercializzate.

Programma di lavoro

Per ciascun programma specifico è stato redatto un programma di lavoro, contenente le descrizioni delle attività e dei settori di ricerca specifici.

Programma Quadro di RST

Programma globale previsto per un dato periodo (p.es. il sesto programma quadro è riferito al periodo 2002-2006) che stabilisce le attività di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) dell'Unione europea.

Programmi specifici

Il VI Programma Quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2002-2006).è volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio Europeo della ricerca ed all’innovazione.

Proposte (Inviti a presentare)

Nell'ambito dei programmi comunitari, vengono lanciati inviti, ad intervalli vari, in vista della presentazione di proposte per i progetti di ricerca ed altre misure volte ad attuare i programmi specifici. Tali misure, unitamente ai termini di presentazione delle proposte, sono definite nei "testi degli inviti" pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea

Proprietà intellettuale

Come avviene per i beni materiali, le creazioni intellettuali possono essere oggetto di proprietà, detta «proprietà intellettuale». La proprietà intellettuale è tradizionalmente composta da due insiemi:

  • la proprietà intellettuale che comprende principalmente i brevetti di invenzione, i disegni e i modelli, i marchi di fabbrica e di servizio, nonché le denominazioni di origine protetta;
  • i diritti di autore e i diritti connessi che si applicano a tutte le opere dell'ingegno, cioè le opere letterarie e artistiche.

Questo settore riguarda aspetti culturali, sociali e tecnologici importanti di cui si deve tener conto nell'elaborazione di una politica coerente in materia. Per questi motivi, in tema di proprietà intellettuale la regolamentazione comunitaria mira a armonizzare le condizioni di registrazione dei marchi e a far beneficiare il detentore di regole uniche di tutela. Nel dicembre 2001, inoltre, è stato adottato un regolamento che istituisce un disegno o modello comunitario. Al fine di incentivare l'innovazione, l'Unione sta preparando anche l'istituzione di un brevetto comunitario. In materia di diritti di autore e di diritti connessi, la Comunità ha elaborato una legislazione europea armonizzata nei settori in cui le situazioni di incertezza giuridica avrebbero potuto scoraggiare lo sfruttamento dei diritti su alcuni territori (programmi per elaboratore e basi di dati, radiodiffusione via satellite e ritrasmissione via cavo, diritto di noleggio e prestito e alcuni diritti connessi). In seguito, la legislazione europea è stata adattata al fine di tener conto delle nuove poste in gioco legate alle evoluzioni tecnologiche e alla società dell'informazione. Nello stesso tempo sono state avviate, a livello europeo, delle azioni contro la contraffazione e la pirateria.

Punti di Contatto Nazionali (NCP)

È stato creato un sistema di punti di contatto nazionali per i programmi specifici comunitari in ciascuno Stato membro e Stato associato, con l'obiettivo di fornire assistenza ed orientamenti sulle questioni correlate con gli stessi programmi comunitari.

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Q

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R

Reti transeuropee (TEN)

Con l'Atto unico europeo (1986) il buon funzionamento del mercato unico è divenuto un obiettivo legato in modo indissolubile alla coesione economica e sociale. La libera circolazione di persone, beni e capitali non ha consentito di ridurre le disparità regionali e nazionali all'interno dell'Unione europea. L'interconnessione e l'interoperabilità delle reti nazionali di infrastrutture sono quindi fattori essenziali per la coerente pianificazione del territorio comunitario. Il titolo XV del Trattato di Amsterdam costituisce la base giuridica delle reti transeuropee (Trans-European Networks - TEN). Per il periodo 2000-2006, il bilancio prevede per le TEN uno stanziamento totale di 4,6 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i contributi del FEDER, del Fondo di coesione, della Banca europea per gli investimenti (BEI) e del Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Le reti transeuropee sono presenti in tre settori di attività:

  • Le TEN-Trasporti (TEN-T): comprendono grandi progetti prioritari che concernono il trasporto su strada e quello combinato, le vie navigabili e i porti marittimi nonché la rete europea dei treni a grande velocità. Anche i sistemi intelligenti di gestione dei trasporti rientrano in questa categoria, tra cui il progetto Galileo di posizionamento geografico via satellite.
  • Le TEN-Energia (TEN-E): riguardano i settori dell'elettricità e del gas naturale. Gli obiettivi principali sono la realizzazione di un mercato unico dell'energia e la sicurezza dell'approvvigionamento.
  • Le TEN-Telecomunicazioni (eTen): mirano a sviluppare servizi elettronici basati sulle reti di telecomunicazione. Fortemente incentrate sui servizi pubblici, rappresentano il nucleo dell'iniziativa eEurope "Una società dell'informazione per tutti".

La prospettiva dell'ampliamento ai paesi dell'Europa centrale e orientale ha ulteriormente rafforzato l'importanza delle TEN, estendendone la copertura a tutto il continente. Oltre questi confini, la loro efficiente connessione alle reti di paesi terzi situati a est (Russia e paesi della CSI) o a sud (paesi del bacino del Mediterraneo) rappresenta un fattore di equilibrio e di sviluppo economico.

Revisione dei trattati

L'articolo 48 (ex articolo N) del trattato sull'Unione europea costituisce la base giuridica che consente di convocare una conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri (CIG) ai fini della revisione dei trattati. Esso stabilisce che qualsiasi Stato membro o la Commissione possono sottoporre al Consiglio progetti finalizzati alla revisione dei trattati. Se il Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo e della Commissione, esprime parere favorevole, il presidente del Consiglio convoca la conferenza. In seguito, l'entrata in vigore degli eventuali emendamenti sarà effettiva due mesi dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, conformemente alle loro rispettive norme costituzionali.

Ricerca e Sviluppo Tecnologico - RST

La politica europea in materia di ricerca e sviluppo è basata sulle disposizioni previste dai tre trattati fondamentali (CECA, Euratom e dal titolo XVIII del trattato istitutivo della Comunità europea). L'Atto unico europeo ha inserito la nozione di tecnologia nel diritto comunitario, mentre il trattato sull'Unione europea ha in seguito sviluppato gli obiettivi della Comunità in questi campi. Le priorità della Comunità sono le seguenti: sostenere la competitività dell'industria europea e promuovere la ricerca per consentire a quest'ultima di raccogliere le sfide tecnologiche. Il coordinamento delle iniziative in materia di ricerca e sviluppo nell'ambito della Comunità poggia su diversi strumenti:

  • il programma-quadro di ricerca e sviluppo tecnologico. Istituito nel 1984, su base pluriennale, il programma coordina programmi più specifici destinati a settori molto diversi come l'informazione e la comunicazione, l'ambiente, la biologia, l'energia (compresa quella nucleare), i trasporti o la mobilità dei ricercatori. Per conseguire questi obiettivi, tra cui la promozione di una società dell'informazione di tipo conviviale e l'accesso delle piccole e medie imprese alla ricerca;
  • il Centro comune di ricerca (CCR) e l'Agenzia d'approvvigionamento dell'Euratom. Il CCR è costituito da otto istituti di ricerca, ripartiti nella Comunità europea per rispondere ai bisogni specifici della Commissione. Le sue attività sono molto sviluppate in materia di energia nucleare (in particolare di sicurezza) e si sono diversificate nei settori dei materiali, dell'ambiente, dei rischi industriali, ecc.;
  • COST, istituito nel 1971, raggruppa 25 Stati: i quindici Stati membri dell'Unione europea, nonché l'Islanda, la Norvegia, la Svizzera, la Croazia, l'Ungheria, la Polonia, la Repubblica ceca, la Slovacchia, la Slovenia e la Turchia. L'obiettivo di questo programma di cooperazione europea è di coordinare le priorità delle ricerche nazionali in Europa;
  • Eureka è un'organizzazione intergovernativa costituita da 26 paesi tra cui gli Stati membri dell'Unione europea, la Russia, la Svizzera e la Turchia. Istituita nel 1985 si propone di sostenere la partnership tra le imprese e gli istituti di ricerca, specie nei settori della tecnologia di punta;

In materia di ricerca e di sviluppo tecnologico il programma quadro pluriennale è adottato secondo la procedura di codecisione. Dall'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, tuttavia, non è più richiesta l'unanimità in sede di Consiglio. D'altro canto i programmi specifici sono sempre adottati dal Consiglio che delibera a maggioranza qualificata dietro proposta della Commissione, previa consultazione del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale.

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S

Schengen (accordo e convenzione)

Si tratta dell'accordo firmato a Schengen in data 14 giugno 1985 tra la Germania, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo ed i Paesi Bassi, al fine di sopprimere progressivamente il controllo alle frontiere comuni e di predisporre un regime di libera circolazione di tutte le persone, siano esse cittadini degli Stati firmatari o degli altri Stati membri della Comunità, ovvero di paesi terzi. La Convenzione di Schengen è stata firmata dagli Stati anzidetti il 19 giugno 1990 e stabilisce le condizioni di applicazione, nonché le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione. Modifica di conseguenza le leggi nazionali ed è soggetta alla ratifica parlamentare. Ai firmatari si sono successivamente associati: l'Italia (1990), la Spagna ed il Portogallo (1991), la Grecia (1992), l'Austria (1995), la Svezia, la Finlandia e la Danimarca (1996). Fanno anche parte della Convenzione l'Islanda e la Norvegia. L'accordo, la Convenzione, nonché le dichiarazioni e decisioni adottate dal comitato esecutivo dello spazio Schengen formano quello che si è convenuto di denominare "l'acquis di Schengen". Nel corso della stesura del trattato di Amsterdam si è deciso di integrare "l'acquis" nell'Unione europea dal 1° maggio 1999, in quanto ordinato al conseguimento di uno dei principali obiettivi del mercato unico: la libera circolazione delle persone. A tal fine, il Consiglio dei ministri ha, in un primo momento definito quali fossero i documenti costitutivi del "sistema Schengen" propriamente detto; successivamente, per attribuire loro un fondamento normativo all'interno del trattato, esso ha determinato quali di esse rientrassero nel nuovo titolo IV del trattato che istituisce la Comunità europea ("Visti, asilo, immigrazione ed altre politiche connesse con la libera circolazione delle persone") e quali nel titolo VI del trattato sull'Unione europea ("Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale"). L'integrazione delle norme di Schengen nell'ordinamento dell'Unione europea è stata inoltre accompagnata da un'integrazione a livello istituzionale, grazie alla quale il Consiglio dell'Unione si è sostituito al comitato esecutivo di Schengen ed il segretariato generale del Consiglio al segretariato di Schengen. Per quanto riguarda l'Islanda e la Norvegia - Stati non comunitari - l'Unione europea ha firmato con questi due paesi, il 18 maggio 1999, un accordo che li associa all'attuazione ed all'ulteriore sviluppo del sistema di Schengen, istituendo in questo modo la loro partecipazione allo spazio di libera circolazione posto in essere nell'Unione europea. Per gli Stati membri che lo desiderino rimane sempre la possibilità di decidere una cooperazione rafforzata tra un numero più limitato di Stati membri.

Sesto Programma Quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione

Il 27 giugno 2002 è stato approvato il “VI Programma Quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione, volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio Europeo della ricerca ed all’innovazione (2002-2006). Il nuovo Programma Quadro prevede tre aree prioritarie di attività che sono:

  1. Integrare la ricerca europea;
  2. Strutturare lo spazio europeo di ricerca;
  3. Rafforzare le basi dello spazio europeo della ricerca;

incentrate principalmente in sette settori tematici prioritari:

  1. Genomica e biotecnologie per la salute;
  2. Tecnologie per la Società dell'Informazione (IST – Information Society Technologies);
  3. Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali e nuovi processi di produzione;
  4. Aeronautica e spazio;
  5. Sicurezza e qualità dei prodotti alimentari;
  6. Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi;
  7. Cittadini e governance nella società della conoscenza

Settore audiovisivo

La politica della Comunità in materia di audiovisivi deve tener conto di interessi e priorità diversi e talvolta antinomici, quali le regole della concorrenza (in particolare in materia di aiuti di Stato), le norme applicabili alla proprietà intellettuale e i princìpi relativi ai servizi pubblici. Inoltre, il mercato audiovisivo europeo deve affrontare un certo numero di difficoltà. Fra queste:

  • l'ostacolo linguistico alla libera circolazione dei programmi;
  • un gravoso iter decisionale che richiede generalmente l'unanimità;
  • la necessità di effettuare notevoli investimenti per anticipare gli sviluppi tecnologici, il che richiede alleanze internazionali e/o concentrazioni.

In modo schematico, l'azione della Comunità nel settore audiovisivo si sviluppa lungo due direttrici:

  1. a livello industriale, nel 1986 è stata adottata una direttiva al fine di uniformare i sistemi impiegati negli Stati membri nella trasmissione di programmi via satellite e via cavo. Nel 1989 sono stati fissati degli obiettivi onde sviluppare la televisione ad alta definizione (TVHD) e, nel 1991, si è predisposta una norma unica di produzione per la TVHD ed è stato previsto un sostegno finanziario a favore di un programma di cooperazione tra le imprese interessate. Inoltre, nel 1993 è stato adottato un piano d'azione per promuovere il formato 16/9;
  2. a livello giuridico, la direttiva Televisione senza frontiere (TSF), adottata nel 1989 e modificata nel 1997, offre un contesto armonizzato per facilitare la libera circolazione dei programmi televisivi europei e incoraggiarne la produzione e distribuzione. La direttiva ha introdotto regole comuni in materia di pubblicità, di sponsorizzazione, di tutela dei minori e di diritto di replica, e ha stabilito delle quote di trasmissione che fanno obbligo ai canali televisivi di riservare ad opere europee, ogniqualvolta ciò sia possibile, oltre la metà dei loro tempi di trasmissione.

Il trattato di Amsterdam, adottato nel giugno 1997, ha aggiunto al trattato che istituisce la Comunità europea un protocollo sul sistema di radiodiffusione pubblica. È stato così precisato il ruolo degli Stati membri nei confronti dei canali pubblici: gli Stati possono continuare a finanziare il servizio pubblico, purché l'emittente svolga tale ruolo e a condizione che il suo finanziamento non alteri né gli scambi, né la concorrenza nel settore.

Società dell'informazione

Per società dell'informazione si intendono le "nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione". Dall'inizio degli anni '90 in poi tali tecnologie hanno conosciuto una folgorante espansione. La generalizzazione dello scambio elettronico di informazioni, la convergenza verso le tecnologie digitali, la crescita esponenziale di Internet e la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni sono altrettante manifestazioni di questa evoluzione. La società dell'informazione offre nuove prospettive in numerosi campi della vita di tutti i giorni, soprattutto in materia di accesso alla formazione e alla conoscenza (insegnamento a distanza, servizi di apprendimento elettronico), di organizzazione del lavoro e di trasferimento delle competenze (telelavoro, imprese virtuali), di vita pratica (servizi di telesanità) e di tempo libero. Presenta inoltre opportunità inedite in termini di partecipazione, offrendo ai cittadini maggiori possibilità di esprimere le loro opinioni. Questa evoluzione positiva fa sorgere tuttavia nuove preoccupazioni: la diffusione di Internet, ad esempio, rende necessario contrastare nuove forme di criminalità e di pirateria e far fronte alle questioni di tutela dei dati personali e di proprietà intellettuale. La società dell'informazione potrebbe infine contribuire ad emarginare alcune categorie di persone accentuando pertanto le disparità sociali. A fronte di queste potenzialità e di queste minacce l'Unione europea ha fatto della società dell'informazione l'obiettivo strategico centrale per il XXI secolo. Ha in particolare avviato azioni di sostegno e di promozione (cfr. piano d'azione eEurope) ed adottato una serie di misure finalizzate a contenere e controllare i rischi derivanti dalla diffusione della società dell'informazione, come il piano d'azione volto a promuovere l'uso sicuro di Internet e a lottare contro i messaggi a contenuto illecito o nocivo

Spazio europeo della ricerca

Lo spazio europeo della ricerca riunisce i vari mezzi di cui dispone la Comunità per meglio coordinare le attività di ricerca e innovazione a livello degli Stati membri e dell'Unione europea. Questa idea è stata lanciata dalla Commissione nel 2000 onde sviluppare opportunità effettivamente interessanti per i ricercatori. Fino a quel momento la ricerca a livello europeo accusava vari inconvenienti: frammentazione degli sforzi, isolamento dei sistemi nazionali di ricerca, disparità dei regimi di regolamentazione e amministrativi e scarsi investimenti nelle conoscenze. Grazie ai mezzi attuati lo Spazio europeo della ricerca permetterà lo scambio di dati, la comparazione dei risultati, la realizzazione di studi multidisciplinari, i trasferimenti e la tutela di nuove conoscenze scientifiche nonché l'accesso ai poli di eccellenza e alle apparecchiature più avanzate. Lo spazio europeo della ricerca mira anche a rispondere ad una grande ambizione dell'Unione, ossia realizzare un'effettiva politica comune della ricerca.

Sviluppo sostenibile

Il concetto di sviluppo sostenibile sta ad indicare una crescita economica che sia idonea a soddisfare le esigenze delle nostre società in termini di benessere a breve, medio e soprattutto lungo periodo, fermo restando che lo sviluppo deve rispondere ai bisogni del presente, senza compromettere le attese delle generazioni future. Concretamente, si tratta di predisporre le condizioni più idonee affinché lo sviluppo economico a lungo termine avvenga nel rispetto dell'ambiente. Il vertice mondiale sullo sviluppo sociale, tenutosi a Copenhagen nel marzo del 1995, ha peraltro sottolineato la necessità di lottare contro l'esclusione sociale e proteggere la salute dei singoli. Il trattato di Amsterdam ha espressamente iscritto lo sviluppo sostenibile nel preambolo del trattato sull'Unione europea.

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T

Tecnologia dell'informazione (TI)

Termine generale che si riferisce alla conoscenza dell'uso del computer e dei sistemi elettronici di comunicazione nell'ambito delle grandi organizzazioni.

Telecomunicazioni

Nella prospettiva del perfezionamento del mercato interno, la Comunità europea ha stabilito fin dal 1987 che la liberalizzazione delle telecomunicazioni sarebbe stata un'azione prioritaria (libro verde su "lo sviluppo del mercato comune dei servizi e degli impianti di telecomunicazione"). Nel 1988 una direttiva ha aperto alla concorrenza i mercati di terminali di telecomunicazione. Nel 1994 la direttiva è stata completata da disposizioni sugli impianti via satellite. Successivamente, una direttiva adottata nel 1990 ha liberalizzato i servizi di telecomunicazione, eccetto la telefonia locale. Nel 1994 l'applizione della stessa direttiva è stata estesa alle comunicazioni ed ai servizi di trasmissione via satellite, nel 1996 alle reti di televisione via cavo e alle comunicazioni mobili. Parallelamente, nel 1990, è stata predisposta una rete aperta di telecomunicazioni in materia di infrastrutture e di servizi (ONP). L'adozione di regole comune ha consentito di armonizzare le condizioni di accesso al mercato da parte di nuovi operatori. Sempre nel 1990 una direttiva ha liberalizzato le procedure di stipulazione dei pubblici appalti per il settore dell'acqua, dell'energia e delle telecomunicazioni. Nel 1993 il Consiglio ha deciso la piena liberalizzazione dei servizi di telefonia vocale a partire da gennaio 1998. Tenuto conto delle sue dimensioni, il Lussemburgo dispone di due anni supplementari. La Spagna, l'Irlanda, la Grecia ed il Portogallo possono realizzare la piena liberalizzazione entro il 2003. Parallelamente; una comunicazione della Commissione ha definito la nozione di servizi universali precisando nei dettagli la fornitura del servizio, la sua qualità, i principi che devono informare la tariffazione ed i meccanismi ai fini della risoluzione delle controversie. A partire dal 1994 ha preso forma la nozione di "società dell'informazione" da cui si attendono crescita economica e nuovi posti di lavoro. Nello stesso contesto, è stata promossa la generale liberalizzazione delle strutture di telecomunicazione onde consentire lo sviluppo dei multimedia. Nel 1995 si è deciso che la liberalizzazione delle strutture avrà luogo nelle stesse condizioni che la liberalizzazione della telefonia locale. Per consentire l'emergere di un vero e proprio mercato europeo delle telecomunicazioni, sono state adottate diverse iniziative in materia di armonizzazione delle norme di comunicazione mobile (norma europea unica GSM) e via satellite, nonché della rete numerica ad integrazione dei servizi (RNIS). Infine, grazie al Fondo europeo di sviluppo regionale e alla Banca europea per gli investimenti, la Comunità europea finanzia sia programmi di ricerche in materia di tecnologie dell'informazione, sia l'apprestamento di reti transeuropee di telecomunicazione.

Telematica

Termine che si riferisce all'industria basata sull'uso del computer e dei sistemi di telecomunicazione.

TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione)

Quest'espressione comprende l'insieme delle tecnologie che caratterizzano il mondo dell'informazione: informatica, internet, multimedia, ecc., ed i sistemi di telecomunicazione che permettono la loro distribuzione.

Trattato di Amsterdam

Il trattato di Amsterdam è il risultato della Conferenza intergovernativa lanciata il 29 marzo 1996 in occasione del Consiglio europeo di Torino. Esso è stato adottato dal Consiglio europeo di Amsterdam (16 e 17 giugno 1997) e successivamente firmato, in data 2 ottobre 1997, dai ministri degli affari esteri dei quindici Stati membri. È entrato in vigore il 1° maggio 1999 (primo giorno del secondo mese successivo alla ratifica da parte dell'ultimo Stato membro) ratificato da tutti gli Stati membri secondo le loro rispettive norme costituzionali. Sul piano giuridico, il trattato di Amsterdam modifica alcune disposizioni del trattato sull'Unione europea, come pure dei trattati istitutivi delle Comunità europee e di alcuni atti connessi. Esso si aggiunge ma non si sostituisce agli altri trattati.

Trattato di Nizza

Adottato nel dicembre 2000, in occasione del Consiglio europeo di Nizza, e firmato il 26 febbraio 2001, il Trattato di Nizza completa la Conferenza intergovernativa (CIG) aperta nel febbraio 2000 e il cui oggetto era l'adattamento del funzionamento delle istituzioni europee all'arrivo di nuovi Stati membri. Questo Trattato apre la via alla riforma istituzionale necessaria per il prossimo allargamento dell'Unione europea ai paesi candidati dell'Europa orientale e meridionale. I principali cambiamenti che esso instaura riguardano la limitazione delle dimensioni e della composizione della Commissione, l'estensione del voto a maggioranza qualificata, una nuova ponderazione dei voti in seno al Consiglio e l'ammorbidimento del dispositivo delle cooperazioni rafforzate. Collateralmente alle discussioni su queste quattro questioni chiave si sono affrontati anche altri soggetti di natura istituzionale: la semplificazione dei Trattati, l'articolazione delle competenze, l'integrazione della Carta dei diritti fondamentali e il ruolo dei Parlamenti nazionali. Nella "Dichiarazione sull'avvenire dell'Unione" allegata al Trattato sono state fissate le prossime tappe da seguire per approfondire le riforme istituzionali e fare in modo che il Trattato di Nizza costituisca soltanto una tappa di tale processo. Il Trattato di Nizza è stato ratificato da tutti gli Stati membri conformemente alle loro regole costituzionali rispettive ed è entrato in vigore il 1° febbraio 2003.

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U

Unione dell'Europa occidentale (UEO)

L'UEO è un'organizzazione fondata nel 1948 ai fini della cooperazione nei settori della difesa e della sicurezza. La costituiscono 28 paesi che possono avere quattro diversi status: membri effettivi, membri associati, osservatori e partner associati. Sono membri effettivi dell'UEO gli Stati membri dell'UE (salvo Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Svezia, che godono dello status di osservatori). Il trattato sull'Unione europea l'ha elevata al rango di "parte integrante del processo di sviluppo dell'Unione europea" pur conservando la propria autonomia istituzionale. In tale contesto compete all'UEO elaborare ed attuare le azioni e le decisioni che hanno implicazioni nel settore della difesa.

Usabilità

Proprietà di un sito di soddisfare i bisogni informativi dell'utente che lo sta visitando, fornendo facilità di accesso e navigabilità e consentendo un adeguato livello di comprensione dei contenuti.

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V

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W

WAI (Web Accessibility Iniziative)

Il WAI è un progetto del W3C che ha l’obiettivo di rendere Internet universalmente accessibile grazie a linee guida per lo sviluppo dei contenuti (WCAG), dei sistemi di sviluppo dei contenuti (ATAG), dei sistemi di navigazione (UAAG). Nel maggio 1999 il WAI ha pubblicato le Web Content Accessibility Guidelines 1.0, 14 linee guida che analizzano i problemi di accessibilità per i siti web proponendo soluzioni correttive. Le Web Content Accessibility Guidelines 1.0 sono ancora oggi il punto di riferimento più importante per chi intende abbattere le barriere nei siti web.

W3C (Word Wide Web Consortium)

È il consorzio mondiale che ha lo scopo di portare il web al suo massimo potenziale, mediante lo sviluppo di tecnologie (specifiche, linee guida, software e tool) che possano creare un forum per informazioni, commercio, ispirazioni, pensiero indipendente e comprensione collettiva. Il W3C è stato fondato nell'Ottobre del 1994 per portare il web al suo massimo potenziale, mediante lo sviluppo di protocolli comuni che promuovano la sua evoluzione e assicurino la sua interoperabilità. Oggi il W3C conta oltre 450 Membri (tra cui il Governo italiano) e uno staff di circa 70 persone, sparse nel mondo, che lavorano a tempo pieno per contribuire allo sviluppo delle specifiche e dei software del W3C.

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